Carnevale di Sciacca 2020
Associazione Culturale La nuova idea
Inno
UNNI...PASSI TU, NUN CHISCI L'ERBA
Compositori: Vincenzo Ciaccio
Autore: Francesco Barbata
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Avanti sauro !
Noi VacantUnni (vacui) siam già partiti alla conquista di questa città.
Mano alla spada, occhio ai danni che questo tiranno a tutti farà.
Dove passi tu non cresce più l’erba
Davvero tu non credi non abbiamo alcuna prospettiva,
Questo cavallo mi porterà ovunque io voglia !
Mi chiamano Attila e sono il re degli Unni,
mi chiamano Attila, il gran conquistator…
Mi hanno messo a capo di questa masnada di sfaccendati,
ho la testa che mi fonde, tutto io distruggerò.
Mi chiamano Attila e sono il re degli Unni,
mi chiamano Attila e ora son qua
Sono un gran sfrontato e me ne infischio del lavoro,
dove passo io nulla più attecchirà !
All’orizzonte si intravedono fuochi di guerra che si avvicinano,
I VacantUnni ora si sono alleati coi Vagabondi, e guarda che risultato!
Dove passi tu non cresce più l’erba.
Questo cavallo raglia, hai vinto questa battaglia,
Il mio nome farà tremare tutti voi !
Mi chiamano Attila e sono il re degli Unni,
mi chiamano Attila, il gran conquistator…
Mi hanno messo a capo di questa masnada di sfaccendati,
ho la testa che mi fonde, tutto io distruggerò.
Mi chiamano Attila e sono il re degli Unni,
mi chiamano Attila e ora son qua
Sono un gran sfrontato e me ne infischio del lavoro,
dove passo io nulla più attecchirà !
Mi chiamano Attila e sono il re degli Unni,
mi chiamano Attila e ora son qua
Sono un gran sfrontato e me ne infischio del lavoro,
dove passo io nulla più attecchirà !
Allegoria
UNNI...PASSI TU, NUN CHISCI L'ERBA
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Autore: Vincenzo Mandracchia
Attila, discendente della tribù degli Anneavacchi, ha riunito sotto l'egida della sua spada il popolo dei Vacantunni, minoranza etnica del territorio di Sciacca. Tale popolo da secoli è orfano di un comandante ed è relegato in un luogo sperduto.
Attila organizza il suo popolo alla conquista di Sciacca per vendicare secoli di ingiustizie. Le vittorie saranno immediate, grazie ad astuti intrallazzi, e a servigi studiati per ingannare, sedurre e occupare il territorio di Sciacca. Il suo nome rimbomba in ogni provincia: "il flagello di Dio arriva, beato chi l'ha dalla sua parte". Il suo potere è tanto grande da non far crescere nemmeno l'erba dovunque passi.
I VacantUnni brindano e festeggiano ad ogni tappa verso la conquista finale. Sul più bello però l'eccessiva superstizione del loro re li punirà severamente.
È un rapporto a tre: cultura siciliana, società e storia. In Sicilia, il comune detto "unni passi tu nun chisci l'erba” può essere appioppato ad una persona per due motivi: per indicare la sua immensa sfortuna nella vita, oppure per descriverla come negligente, sciatta. Nel gergo di Sciacca un "anneavacchi", (tradotto "annega barche") è una persona imbrogliona e incompetente.
Il re degli Unni era famoso per la sua violenza, tanto che i Romani lo ricordano come "Flagellum Dei" per le sue doti di condottiero e il suo coraggio. Qualità conosciute ed esaltate in tutta Europa. Tutt'altro che un "anneavacchi". Un appellativo comune per due figure antitetiche. Il classico divario tra eroe (Attila) e antieroe (Anneavacchi siciliano), con una convergenza. Da qui l'idea di fondere i due caratteri e infilare Attila nei panni di una persona negligente, allo stesso tempo sfortunata, ma che cerca di sfruttare queste doti, come un eroico condottiero, per raggiungere fama e ricchezza.
Il carro allegorico ha come personaggio principale lo stesso Attila, in groppa al suo cavallo. Sotto di lui l'erba si brucia, ma non è più la sua, è quella del vicino: distrugge amori, fortune, patrimoni, vincite al gioco, famiglie, amicizie. Anche i più bei fiori vengono bruciati.
Nell'impresa non è solo. Dietro di lui, due membri del suo esercito lo aiutano.